giovedì 21 marzo 2013


Zenobia, la regina dei deserti
(da Lulù)

Una cosa che mi infastidisce molto è l’utilizzo dei cellulari in classe. Soprattutto durante i compiti in classe, non lo sopporto proprio. Perché penso “quello con il cellulare sta copiando tutto e a furia di copiare potrebbe ora rubarsi il mio bel voto, in futuro potrebbe impossessarsi del mio esame di maturità, del mio test d’ingresso all’università, del concorso che deciderà della mia vita lavorativa”.
Quindi quando qualche giorno fa la ragazza che sta seduta al banco davanti al mio si è girata e mi ha chiesto “Luisa, per favore, puoi darmi qualche spunto per un tema che sta facendo la mia amica?” non sono stata per niente contenta.
Proprio per niente.
Però a sentire la traccia (“Spiega perché se le donne ricoprissero alte cariche nell’esercito le operazioni belliche sarebbero condotte con minore energia ed efficacia”) mi è venuta tanta, tanta voglia di dare un calcione alle mie regole personali e quindi non solo ho dato qualche spunto, ma ho proprio preso carta e penna e ho svolto tutto il tema. Per ironia della sorte, in quell’ora stava interrogando storia (il che significa che io stavo pigramente sfogliando il libro alla ricerca di schede di approfondimento interessanti) e avevo davanti la storia di Zenobia, la grande regina dei deserti. Una donna che è stata capace di creare uno stato indipendente dopo una secessione dall’impero romano, vi sembra poco?
A me no. Per questo nel tema ho parlato anche di lei.
Alla fine l’amica della ragazza davanti ha preso 7 e mezzo (però mi ha detto che il professore non ci ha messo penna per correggere nemmeno un segno di punteggiatura) perché secondo il professore “il lavoro avrebbe potuto essere pregevole, se si fosse attenuto di più alla traccia”.
Aaaaah, mi immagino questo scapolone di quarant’anni (informazioni ricevute dalla tipa, non sto facendo della squallida ironia), complessato e misogino perché non ha mai trovato una che se lo filasse, che legge il mio tema-invettiva. A quanto pare, non ha saputo ammettere la sconfitta ^_^.

Comunque tralasciando questo aneddoto-pettegolezzo, Zenobia è stata proprio una gran bella tipa, regina di uno stato che esistette solo per un paio di anni (dal 267 o 268 al 270). Per capirci qualcosa di questa storia però dobbiamo fare un passo indietro.

Palmira, la città di Zenobia, era un’importantissima città carovaniera del mondo orientale, un punto strategico commerciale per il transito di merci verso l’impero romano che nonostante la crisi (siamo nel III secolo d. C., un momento delicatissimo della storia romana) continuava a scialacquare immense ricchezze in sete, spezie e profumi.    
Era però una città posta ai margini dell’impero e in questo momento della sua storia Roma non riusciva più a controllare e a difendere i propri confini. Per questo durante il governo dell’imperatore Valeriano (morto proprio in questa circostanza) e del suo successore Gallieno, l’impero partico attaccò Palmira con l’ovvia intenzione di conquistare una città tanto ricca e fiorente.
A difendere la città ci pensò un valoroso principe locale, di nome Odenato. Per premiarlo del servizio reso a Roma, Gallieno gli concesse il titolo di re anche se di fatto il regno di Palmira restava uno stato satellite dell’impero romano.
Alla morte di Odenato gli successe al trono la moglie.
Indovina indovinello: chi era la moglie del principe Odenato, re dei re di Roma?
Ovviamente lei, Zenobia.


Zenobia, donna di carattere e di vasta e solida cultura, non aveva nessunissima intenzione di essere subordinata al potere di Roma.
Durante i primi anni di governo Zenobia si limitò a consolidare il proprio potere e a prepararsi, a un certo punto iniziò a darsi titoli divini (tra cui “discendente di Cleopatra” altra donna con tutti gli attributi), infine nel 269 iniziò una vera e propria campagna di conquista contro l’impero romano.
Per qualche tempo Roma, messa anche in difficoltà da alcune tribù di Goti che premevano ai confini settentrionali dell’impero, non riuscì a fermarla e il regno di Palmira arrivò a comprendere gran parte dell’oriente romanizzato, tra cui anche le importantissime regioni della Bitinia e dell’Egitto.
Nel 270 divenne imperatore Aureliano che inizialmente ratificò la situazione che si era creata in Oriente, accettando l’indipendenza del regno di Palmira. Quando però vennero respinte le tribù di Goti che avevano attaccato Roma, Aureliano ricominciò a riconquistare tutti i territori persi arrivando ad assediare Palmira.
A questo puntò l’imperatore propose a Zenobia una resa moderata, che Palmira avrebbe potuto accettare senza difficoltà. Ma la regina rifiutò sdegnosamente (e, dicono, in modo alquanto maleducato).
Tre secoli prima, quando Ottaviano assediò Alessandria d’Egitto, la regina Cleopatra si era suicidata. Zenobia a questo punto si discosta dal suo modello: lei non si suicidò, fuggì nel deserto sul dorso di un dromedario. Sarebbe bellissimo se la storia finisse così (sarebbe molto romantico, non trovate?), però purtroppo non è andata così, ergo sono costretta a continuare.
Zenobia fu catturata dalla cavalleria romana e condotta a Roma, legata con catene d’oro, per essere l’attrazione più bella sul carro del vincitore nel trionfo di Aureliano (tenuto a Roma nel 274, un anno prima della morte dell’imperatore. Evidentemente in quel secolo turbolento la gloria durava poco e la fortuna era un po’ una puttana che si concedeva a destra e a manca, cambiando di continuo l’identità dei vinti e dei vincitori). Dopo il trionfo Zenobia si ritirò a vita privata in una sontuosa villa di Tivoli.
E qui viene il bello.

A quanto pare Zenobia sposò un ricco senatore romano e trascorse il resto della sua vita immersa nella mondanità della capitale dell’impero, tutta dedita a scialacquare il cospicuo patrimonio di suo marito in quelle sete, in quelle spezie e in quei profumi il cui commercio aveva reso ricca e potente Palmira.
Non vi sembra un finale incredibilmente ironico?
 

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Rory e Lulù
Siamo due cuginette, Luisa e Rosa, che vivendo lontane hanno deciso di scrivere un blog insieme. A Luisa piace leggere, guardare gli anime e studiare (che secchiona!!!); a Rosa piace leggere, vedere film e scrivere. Speriamo tanto di riuscire a intrattenervi e ad interessarvi e che questo blog vi piaccia!
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