martedì 27 novembre 2012


Peter Pan nell’Isola che non c’è
(da Lulù)
Autore: James Matthew Barrie
Titolo: Peter Pan nell’Isola che non c’è
Casa editrice: Giunti
Pagine: 220
Prezzo: €16,50
Quarta di copertina:
“Tutti i bambini crescono, tutti meno uno. Tutti i bambini sanno molto presto che cresceranno; Wendy lo seppe in questo modo. Un giorno (aveva due anni) stava giocando in un giardino, colse un fiore e trotterellò con quello dalla mamma. Immagino che avesse un’aria molto carina perché la signora Darling si mise una mano sul cuore ed esclamò: -Oh, perché non puoi restare così per sempre! Fu tutto quello che si dissero sull’argomento; ma da allora Wendy seppe che doveva crescere; tutti lo sanno, a due anni.
Due è il principio della fine.”

La storia di Peter Pan, bene o male, la conosciamo tutti, grazie ai vari film (il mio preferito è quello del 2003, anche se snatura molto il romanzo, come del resto fanno tutti i film) e al cartone della Disney (hanno prodotto perfino un anime su Peter Pan).
Grosso modo questa è la storia: Peter Pan passa molto tempo ad ascoltare la signora Darling che racconta fiabe della buona notte ai suoi bambini e una notte, intrufolandosi nella camera di Wendy, perde la sua ombra. Piangendo sveglia Wendy che gli ricuce addosso l’ombra e Peter Pan allora insegna a volare a lei e ai suoi due fratellini per portarla con sé, in modo che sia la mamma dei bambini smarriti e racconti loro le fiabe della buonanotte. Dopo varie avventure (fra cui la sconfitta del temibile Capitano Uncino) Wendy torna a casa con i bambini smarriti e cresce.
Quel che quasi nessuno sa, è che la storia originale non è così idilliaca.
Nella fantastica avventura sull’Isola che non c’è ci sono molte zone d’ombra.
Già la natura dell’Isola che non c’è è ambigua. Da una parte infatti si presenta come un locus amoenus che i bambini sognano di notte, dove possono giocare felici e vivere tante avventure; dall’altra però si presenta come un luogo crudele, dove ci sono guerre, si ammazza e si muore.
Volendo proprio esagerare si può anche pensare che l’Isola che non c’è sia l’Inferno, o comunque un aldilà.
Non è questo che vi viene in mente, leggendo questo pezzo?
In principio la signora Darling non capì, ma poi ripensando a quando era bambina lei, le venne in mente un certo Peter Pan che si diceva vivesse con le fate. Si raccontavano di lui strane storie, come, per esempio, che quando i bambini morivano, lui faceva un po’ di strada con loro perché non avessero paura.
E l’incontro tra Peter e Wendy si potrebbe anche colorare di risvolti sessuali al limite dello stupro.
Parlando con la mamma Wendy spiegò che Peter, a quanto credeva, veniva qualche volta nella sua camera, sedeva ai piedi del letto e suonava lo zufolo per lei. Disgraziatamente non le riusciva mai di svegliarsi, così non sapeva perché lo sapesse ma lo sapeva.Non vi viene in mente la storia della pastorella che viene stuprata per le montagne al suono dei flauti di canne? Vedendola in questo modo Wendy che sull’Isola che non c’è fa da mamma ai bambini smarriti prende tutta un’altra veste.
La donna, sedotta dall’uomo, che abbandona la casa dei genitori per creare un’altra famiglia con colui che l’ha conquistata. Nel caso specifico si potrebbe dire che Peter Pan quasi rapisce Wendy, anche se sarebbe ingiusto nei confronti di Peter: Wendy decide da sola di imparare a volare.
Nella parte centrale gli elementi inquietanti prendono una natura meno minacciosa, ma non mancano di certo.
Vi ricordate Trilli, la deliziosa fatina che vola dappertutto con un suono di campanellini? Innamorata di Peter (incredibile come tutti i personaggi femminili, perfino la signora Darling, diano segni di amore per Peter Pan, il che rappresenta un rafforzamento dell’idea di Peter come seduttore), gelosissima di Wendy, quasi la fa uccidere. Wendy si salva solamente perché la freccia che Zufolo, pensando di obbedire agli ordini di Peter, le tira su istigazione di Trilli colpisce il bottone che Peter le ha regalato (il “bacio”) e che lei aveva appeso alla catenella.
E che dire di Peter che si vanta fino all’inverosimile manipolando gli eventi in una maniera incredibile? Cosa dire di questo personaggio che quando sta per morire affogato urla “Morire! Sarebbe una grande, una straordinaria avventura!”?
Poi ci sono i fratelli Darling, Wendy Gianni e Michele che hanno dimenticato quasi completamente la propria casa e che hanno lasciato la famiglia senza preoccuparsi minimamente del dolore che hanno dato ai loro cari.
Il tema dell’amnesia è una cosa che si sviluppa piano piano in questo libro: nasce nel quarto capitolo, durante il volo verso l’Isola che non c’è, quando Peter, allontanandosi varie volte dal gruppo, si dimentica completamente di Wendy e dei suoi fratelli; si sviluppa nella parte centrale quando Wendy, Gianni e Michele dimenticano la loro casa; si completa nel finale quando Peter dimentica Wendy, la sua mamma e mogliettina.
Quando Wendy e gli altri decidono di tornare a casa vengono rapiti da Uncino che si rivela una figura molto ma molto interessante, lontanissima dal banale cattivo che ci hanno presentato. Ossessionato dal desiderio di essere distinto e dal terrore della morte (incarnata nel coccodrillo che fa tic tac avendo ingoiato un orologio) è una figura molto infelice, quasi patetica.
È dopo aver salvato Wendy da Uncino che si rivela la complessità della figura di Peter Pan. Wendy infatti si aspettava di trovare sempre la finestra aperta per lei e la mamma davvero lascia sempre la finestra aperta. Peter però vola a casa di Wendy e chiude la finestra, così che Wendy, pensando che la mamma l’abbia dimenticata, ritorni sull’Isola che non c’è con lui. Questo atto dimostra che Peter vuole bene a Wendy, ma ti chiedi fino a che punto sia affetto e quanto invece sia capriccio. Non possiamo però accusare Peter di essere egoista perché subito dopo, sentendo la signora Darling piangere, riapre la finestra.
Peter Pan è un personaggio molto strano. Tutta questa roba viene infatti vanificata alla fine, quando Peter dimentica tutto (parlando con Wendy non ricorda chi sia Trilli o Capitano Uncino), rapendo la figlia e poi la nipote di Wendy come, a suo tempo, aveva fatto con Wendy stessa (quindi Wendy non era affatto speciale per lui!).
Il libro si chiude così “Quando Margaret (la nipote di Wendy) sarà grande avrà una bimba, che sarà a sua volta la mamma di Peter; e così di seguito, finché i bambini saranno gai, innocenti e senza cuore”  lasciando un retrogusto amaro molto forte.
 Peter Pan nell’Isola che non c’è, secondo me, più che un romanzo di avventure incentrato su Peter è un romanzo di formazione incentrato su Wendy, che dopo la visita sull’Isola che non c’è (rito di iniziazione alla vita adulta?) cresce e diventa un’adulta come tutte le altre.

Peter Pan nell’Isola che non c’è è un libro bellissimo. Non c’è un singolo momento di noia, è un continuo di avventure e di risate. Mi sarebbe piaciuto averlo letto da piccola, così che l’avrei amato alla follia e l’avrei imparato a memoria, per poi rileggerlo per l’ennesima volta e scoprirlo completamente diverso da quel che ricordavo. Perché Peter Pan è un libro adatto davvero a tutti e degno di essere letto.
La leggerezza della storia viene sfumata da tanti piccoli elementi e così vi ritrovate fra le mani un romanzo ricco di chiaroscuri. Davvero molto, molto bello.

Un appunto sull'edizione Giunti e sulla collana Gemini. Riporto un pezzettino della copertina:
Abbiamo pensato, perciò, di affidare la traduzione di ogni libro a uno scrittore contemporaneo di grande fama ed esperienza, in modo da potere offrire una collana di libri fedelissimi ai testi originali ma scritti in un italiano sciolto, vivo e moderno, adatto a seguire i moti più espressivi della narrazione, che, a volte, ha suggerito tagli sapienti per una maggiore funzionalità del testo.Sì avete fatto benissimo, l'idea è buona. I traduttori giocano un ruolo molto importante nella qualità di un libro (quanti capolavori in lingua originale rovinati da una scadente traduzione!), ma cosa diavolo significa TAGLI SAPIENTI?
Potete aver soppresso un rigo, una pagina, un capitolo o mezzo libro. Chi ve la dà tutta questa libertà? Almeno segnalate cosa avete tagliato, così che io possa avere un minimo di consapevolezza. Per quel che ne so, potete avermi dato anche un libro censurato a furia di tagli.
Il prezzo del libro è un po’ altino (io sinceramente pensavo di pagare al massimo una decina d’euro per un libro di 200 pagine scritto da uno morto e sepolto da tempo) però l’edizione è proprio carina: la sovraccoperta è bellissima (quanto mi è piaciuta la differenza fra il corpo di Peter –che guarda Wendy- e della sua ombra –che quasi tocca il mento di Wendy con la mano-) e anche la copertina è bella: sembra fatta quasi di tessuto blu con il titolo al centro in argento. Mi piace un sacco passarci sopra la mano per sentirne la trama. Anche i disegni sono carini e ci son alcune pagine a colori belline (che però potevano essere più frequenti).
  
 

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Rory e Lulù
Siamo due cuginette, Luisa e Rosa, che vivendo lontane hanno deciso di scrivere un blog insieme. A Luisa piace leggere, guardare gli anime e studiare (che secchiona!!!); a Rosa piace leggere, vedere film e scrivere. Speriamo tanto di riuscire a intrattenervi e ad interessarvi e che questo blog vi piaccia!
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