lunedì 12 novembre 2012


L’amico immaginario
(da Lulù)
Autore: Matthew Dicks
Titolo: L’amico immaginario
Casa editrice: Giunti
Pagine: 384
Prezzo:
12,00
Disponibile anche in formato ebook.
Link per leggere l’inizio del romanzo:
Trama (riprendo parola per parola quella scritta in copertina):Per Max vivere è una faccenda piuttosto complicata: va in tilt se deve scegliere tra due colori, non sopporta il minimo cambio di programma, detesta essere toccato, persino da sua madre che vorrebbe abbracciarlo molto di più. Del resto ha nove anni ed è un bambino autistico. Per fortuna c’è Budo, il suo invisibile e meraviglioso amico immaginario che non lo abbandona mai e da molto vicino ci racconta la sua storia.
Finché un giorno accade qualcosa di terribile: Budo vede Max uscire nel cortile della scuola e sparire nell’auto della signora Patterson, la maestra di sostegno. Lo chiama, gli ordina di fermarsi, lo rincorre, ma è tutto inutile. L’auto sfreccia via e per la prima volta Budo è solo. Da quel momento, di Max non si hanno più notizie. E quando a scuola arriva la polizia per interrogare gli insegnanti, Budo è l’unico a sapere con certezza che la signora Patterson non sta dicendo la verità. Ma nessuno al mondo può sentire le sue parole, nessuno, tranne il suo amico scomparso... Dov’è finito Max? Che cosa può fare Budo per risolvere un mistero più grande di lui e riaverlo con sé?

Mentre la tensione sale, la voce incantata e potentissima di Budo rapisce il lettore fino alla fine, travolgendolo di commozione e poesia. Un romanzo indimenticabile. 

Definire “L’amico immaginario” come “un romanzo indimenticabile” è un’esagerazione. Di certo sarà indimenticabile per un po’ di tempo, ma non so se fra trent’anni me ne ricorderò ancora. Una cosa però è certa: “L’amico immaginario” è un buon romanzo.
La caratteristica di questa storia è ovviamente la voce narrante, Budo, che si presenta come il protagonista. Budo è un personaggio strepitoso.
È intelligente, ironico e soprattutto non è perfetto. Molte delle cose che fa, le fa perché è egoista: ad esempio sta sempre con Max perché gli vuole bene, ma anche perché se si allontanasse troppo da lui Max potrebbe smettere di credere nella sua esistenza e quindi Budo sparirebbe.
Però quando si arriva al momento decisivo Budo non esita: per salvare Max e fare la cosa giusta è disposto a sacrificarsi, cosa che infatti succede.
Max è un personaggio meno riuscito, più che altro perché interviene relativamente poco. Nella parte centrale è assente dalla storia e nel resto del romanzo tutto quel che sappiamo di lui lo scopriamo perché ce lo racconta Budo, non perché Max ce lo dimostra praticamente.
Una cosa che non capisco è perché hanno etichettato questo bambino come autistico. A me non sembra che abbia chissà quali comportamenti fuori dal normale. Ha tante piccole manie, ma le abbiamo tutti.
Io, ad esempio, se prima di scendere dall’autobus non riesco a bere un sorso d’acqua mi sento assetata per tutta la mattinata, poco importa quanto bevo dopo. Max non sopporta cambiare dentifricio, io non sopporto cambiare deodorante. Eppure nessuno mi ha mai definito autistica.
Mah. Forse un bambino autistico aumenta le vendite.
Ci sono altri personaggi (le maestre, i genitori di Max, vari amici immaginari) che hanno poco spazio e quindi sono ben sviluppati solo per uno o due tratti del carattere e non presentano –ovviamente- la caratterizzazione a tutto tondo di Budo.
La storia mi è piaciuta, è scorrevole e non annoia mai.
Quando c’è un momento di pausa narrativa Budo ci parla degli amici immaginari e del loro mondo ed è una cosa bellissima e molto riuscita.
Il sistema degli amici immaginari è molto ben tratteggiato e intriga molto, in questo modo non c’è mai un calo di attenzione, anzi la suspense in questo libro si spreca: non vedevo l’ora di riprenderlo in mano.
Il finale è il coronamento perfetto per una storia portata avanti con grande perizia.
Si potrebbe definire un lieto fine, ma con un retrogusto amaro.
Max infatti torna a casa, Budo l’ha salvato. Ma a che prezzo? Budo convince Max che lui non esiste, che è solo immaginario, quindi Max smette di credere nel suo amico. Una delle ultime scene mostra Budo che, quando Max torna a casa, alza il pollice per dire al suo amico immaginante “Okay” e lo vede attraverso il suo pollice.  
Budo sta sparendo.
E per finire vi lascio un pezzetto finale del libro, quello che mi ha commosso di più e che, lo ammetto, mi ha fatto piangere:

Avevo ragione: sta succedendo oggi. Stamattina, quando Max ha acceso la luce, riuscivo appena a vedermi. L’ho salutato e lui non mi ha risposto. Non ha nemmeno guardato verso di me.
E poco fa ho cominciato ad avere questa strana sensazione.
Sono seduto in classe con la signora Gosk. Max è sul tappeto con gli altri bambini. La signora Gosk sta leggendo un libro intitolato
Le avventure del topino Despeaux.
(…)
Sono felice di morire in classe con la signora Gosk. Max e la signora Gosk sono le due persone che preferisco al mondo. È bello pensare che saranno il mio ultimo ricordo.
Solo che tra un po’ non avrò più ricordi. Sarà bello morire con Max e con la signora Gosk, ma solo fino al momento in cui morirò davvero. Da quell’istante in poi, niente avrà più importanza. Da quell’istante in poi, niente avrà più significato per me. E non soltanto quello che succederà dopo, ma anche tutto quello che è successo prima. Quando morirò, morirà tutto quanto.
Mi sembra davvero uno spreco enorme.
Guardo Max, che è seduto ai piedi della signora Gosk. La storia di Despeaux gli sta piacendo almeno quanto piace a me. Sta sorridendo. Ora sorride veramente. Questa è la differenza più grande tra il Max che credeva in Budo e il Max che non ci crede più. Ora sorride. Non molto, ma ogni tanto sì.
(…)
Mi giro a guardare Max. Il mio amico. Il bambino che mi ha creato. Vorrei essere arrabbiato con lui perché mi ha dimenticato, ma non lo sono. Non riesco ad arrabbiarmi con Max, gli voglio troppo bene. Niente avrà più importanza quando smetterò di esistere, ma credo che in qualche modo continuerò a volergli bene.
Ormai la morte non mi fa più paura. Mi sento solo triste perché non vedrò più Max.
(…)
Non ho più bisogno di esistere per me stesso. Vorrei esistere solo per Max. Per conoscere la sua storia.
(…)
“Ti voglio bene, Max” sussurro, mentre il suo viso e ogni altra cosa al mondo si dissolve nel bianco.

Talmente commovente che anche ora mi sta riscappando una lacrimuccia.
Vale la pena leggerlo, poco ma sicuro.

Una cosa però non mi è piaciuta di questo libro: l’edizione.
Certe parole grandi come palazzi e le pagine che per metà sono bianche.
Questa non solo è una presa per i fondelli per il lettore (perché così è facile arrivare a 400 pagine, fare mattone e far pagare di più il libro) ma è anche un indicibile spreco di carta. E in questo periodo di deforestazione non possiamo permetterci di sprecare anche carta extra perché così la casa editrice guadagna 2 euro in più su ogni copia venduta. Che schifo.



0 commenti:

Etichette

Translate

About Me

Le mie foto
Rory e Lulù
Siamo due cuginette, Luisa e Rosa, che vivendo lontane hanno deciso di scrivere un blog insieme. A Luisa piace leggere, guardare gli anime e studiare (che secchiona!!!); a Rosa piace leggere, vedere film e scrivere. Speriamo tanto di riuscire a intrattenervi e ad interessarvi e che questo blog vi piaccia!
Visualizza il mio profilo completo

Lettori fissi